Terzo giorno su di un filo teso... “Non si può esistere su di un filo in eterna tensione”.
Ogni giorno, o forse ogni qualvolta ne ho bisogno, mi sfilo la maschera che porto sul volto; le macchie di sangue sul mio candido viso non son più coperte, le pupille nere diventano blu e le labbra rosse diventano bianche. Quasi a voler dimostrare a me stessa chi sono, o chi potrei diventare. Le lacrime scorrono fredde e insensate, marcando un sentiero non loro; non sentii brividi fra le mie guance, non sentii le urla lacerarmi il petto ed è forse nell'ombra di una paura più grande che l'ho ucciso … che l'ho protetto.
“Non si può esistere su di un filo in eterna tensione”.
Non avrei mai creduto di dover camminare, di dover piangere e di pregare... Mai avrei creduto di urlare: desiderando di farlo e non saper parlare...
Le lacrime che bruciano il tempo e lo spazio feriscono più di una lama... Possono fermarti il cuore e farlo ripartire. Perché la vita e' come il sangue che fluisce; prima senti dei battiti e poi niente, solo un silenzio d'attesa non sai mai quando un cuore si vuole fermare o quando vuole ripartire. A volte cerchiamo di dire quello che non pensiamo, indossando una maschera
...ma..
...non si può esistere su di un filo in eterna tensione.