“Quinto giorno di un sole in ascesa...”
Le parole non riuscirono a descrivere l'emozione impressa nel mio cuore: La neve mi avvolse nel suo colorato manto d'inverno, un manto color d'incanto e d'innocenza.
La coltre bianca non smise di cadere un secondo quel pomeriggio; si posava sul mio naso, sui miei capelli e sulla mia bocca, mentre un sapore di zucchero sporco cedeva spazio al grigio tramontar della sera.
"...Com'è inesperta la neve che mi colora le guance..."
... come nebbia davanti agli occhi essa aumentava.
"No, .. non diminuire ... continua a cullare il silenzio ... "
Freddo tocco che non mi hai abbandonato ma continuasti a pormi il pensiero di un sole appassito troppo presto,
agli arti immobili nel loro candore e agli occhi arrossati dì di rientrare
“fa freddo” .
Non fu l'ambra del cielo né il freddo alito del giorno, non la chiara stretta sulle mie mani né l'ombra di un sorriso tra quei pallidi rami secchi, a dirmi che si stava facendo tardi, ma quell'ultima gelida sensazione a cui il mio cuore si protrasse: un pensiero non meno freddo di una lacrima di sole. Qualcosa che si espanse ad ogni dubbio che il mio cervello trasmise... e così come il lento assaporare di quel mare d'inverno, inenarrabile come mai vissuto... assordai la vista dai troppi sguardi bianchi e cristallini che scendevano..
Lenta seguii il mio respiro attraverso l'aria tramutarsi in fumo. Lenta socchiusi gli occhi e tutto si fece sera mentre il latrato dei cani cominciava ad ammassarsi ai miei pensieri.
“ho freddo”
Ghiaccio nel cuore come nel corpo, mi avvicinai al pontile, pronta a tornarmene a casa.
Sbattei le palpebre calde di lacrime e offuscate dal vento, poi tutto si fece nero e infine bagnato... non fece più freddo, non vidi più niente...
e seguii il lento palpitare del mio cuore attraverso l'estate ...
E con l'affievolirsi dei giovani latrati niente più è neve e niente è più ghiaccio.
Non vedo più stelle nel cielo e più gioia in un abbraccio.
A presto Saya ...
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